Mediazione e giustizia

La mediazione ha assunto oggi un ruolo di assoluto rilievo nella risoluzione delle controversie legali.

Vale quindi la pena di chiarire e ribadire quale è la vera natura della mediazione. Con la mediazione non si realizza infatti la degiurisdizionalizzazione, perché comunque le parti confliggenti possono ricorrere al giudice.

Si realizza, invece, la cultura di pacificazione sociale e si contribuisce all’”umanizzazione” del sistema della giustizia, o meglio alla promozione di una nuova forma di giustizia variamente detta “giustizia emozionale, dei sentimenti, del quotidiano”.

Questa nuova forma di giustizia tiene conto non solo dei diritti sanciti legislativamente, ma anche dei bisogni affettivi e relazionali e dei reali interessi delle parti, ponendoli in primo piano rispetto agli pseudo-interessi spesso rappresentati nel processo.

Parafrasando il dettato dell’art. 3 comma 2 della Costituzione, la mediazione evidentemente rimuove gli ostacoli che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione alla vita del Paese.

La partecipazione, se si esamina il significato etimologico (dal verbo latino capere=prendere) significa prendere parte: questo è innanzitutto un processo interiore.